Ci si lamenta sempre di fronte a situazioni sconvolgenti ma si continua a vivere nell'immobilismo più totale. Questo atteggiamento è controproducente ed illogico. O si accetta la realtà in cui si vive, con tutto quello che comporta, o la si combatte realmente, da capo a fondo.
Ma allora perché non agiamo? Cosa ci frena? Abbiamo paura? Il problema è che non ci sono le condizioni neccessarie. Per crearle ci vorrebbe una rivoluzione. Non la rivoluzione delle classi operaie contro i padroni, non la rivoluzione dei poveri contro i ricchi. In questo modo si cadrebbe nel solito errore: sovvertire il Sistema imponendo un nuovo regime. La vera rivoluzione è quella culturale. Senza rivoluzione culturale non si possono creare le condizioni per una democrazia stabile, longeva, che porti pace e benessere.
Il primo passo per intraprendere una rivoluzione culturale è il sovvertimento dell'ordine dell'informazione. Oggi il Sistema tiene in mano il popolo attraverso la comunicazione pilotata e l'informazione controllata. Questo gli permette di resistere! Ecco un esempio concreto per capire meglio: ci sono molti movimenti popolari che si stanno affermando sul territorio e che lottano per cercare di migliorare le nostre condizioni di vita. Ma pochissime persone ne conoscono l'esistenza. Perché? Perché l'informazione è falsata. Perché il regime (di destra e di sinistra) non ci permette di vedere la realtà e ci condanna alla ciecità intellettuale. Conoscere e sostenere queste iniziative, economicamente, moralmente, operativamente, significherebbe l'inizio, in parte, di una rivoluzione culturale. L'alternativa c'è, bisogna solo conoscerla.